domenica 17 agosto 2008

Argentina, giorno x+3 (con x=23)

Premessa: questa foto e' stata scelta praticamente a caso. La macchina fotografica ha le pile scariche e c'era modo di scaricaricare solo una foto in meno di 2 secondi. Comunque siamo Diamiano ed io (un po' provati?) sull'Abra del Acay. Non c'era nessuno per farci la foto...


Hola!

Siamo a Cachi. Cio' significa che abbiamo "sconfitto" l'Abra del Acay, il passo "carrabile" (le virgolette sono d'obbligo) piu' alto del Sud America.

Come abbiamo imparato a nostre spese, fin dall'inizio di questo viaggio, non sono i numeri quelli che definiscono la difficolta', ne' la soddisfazione della tappa. Quindi le nostre sensazioni non sono state modificate dal cartello in cima al passo dice "solo" 4895m, mentre il nostro altimetro da' 4966m e Wikipedia dice 5061m.

Siamo partiti presto, compatibilmente con il fatto che il Sole sorge verso le 8:30 e che prima di questa ora la temperatura e' violentemente bajo zero. I primi 15 km di fondo sabbioso con saliscendi ci hanno permesso di valutare panoramicamente tutta la strada percorsa nell'ultima tappa. Pedalavamo sbirciando, a sinistra, verso nord, le Salinas Grandes, una lingua bianca all'orizzonte, a 60km di distanza, appena velata da nuvole di umidita' mosse leggemente dal vento. Paesaggio magico, che riassumeva ai nostri occhi l'essenza della puna, dell'altipiano. Sapevamo che era l'ultima immagine che ci sarebbe rimasta di questo posto, perche', oltre l'abra, saremmo scesi sotto i 3000m, ritornando a quote dove le distanze, gli spazi, la forza degli elementi hanno dimensioni concepibili anche dalla mente di persone che non sono nate sulla cordigliera.

Provero' a raccontarvi per immagini quello che abbiamo vissuto, sperando che vi godiate un po' anche voi la nostra soddisfazione e felicita'.

Appena lasciata la strada per Salta ed imboccata nuovamente la mitica Ruta 40, vediamo tre puntini all'orizzonte. Potrebbero essere a 10km oppure a 50km, ormai siamo consci di come l'ambiente annulli ogni prospettiva, togliendoci la capacita' di valutare le distanze.

"Sono moto?" "No, sono bici." "Saranno pastori che scendono a S. Antonio." "Ma uno sembra che abbia le borse." "No, sono troppo grosse." "Eppure..."

Dopo mezz'ora ci incontriamo con una famiglia giapponese. Mamma, papa' carico come un mulo con 4 borse enormi, figlioletta sui 12 anni, con mtb scarica e bandierina argentina al vento. Parlano a stento qualche parola di inglese e di spagnolo. Abbastanza per raccontarci che sono partiti 6 mesi fa da Ushuaia, ed hanno appena passato la notte in tenda, dopo essere scesi dal passo. Siamo contenti di aver trovato qualcuno in bici sulla nostra strada (e' solo la seconda volta che succede!), ma anche increduli. La bambina, non deve studiare? E come gli e' venuta l'idea dal Giappone di venire qui? Ed infine: come hanno fatto?

La notte seguente ci risponderemo che si sono fatti portare in jeep sulla cima del passo e sono solo scesi in bici. Ma il dubbio che l'abbiano fatto davvero ci rimane...

Andiamo oltre.

Tratti di sabbia. Se son 2cm si va. Se son 5 si fa fatica. Ma quando sono 15 la ruota posteriore va giu'. Ed allora si spinge a piedi! Con il vento sempre contrario. Ragionavamo sul fatto che abbiamo fin'ora incontrato un paio di volte il vento a favore, ma almeno 10 tappe di vento contro. Abbiamo trovato vento da nord, da sud e da ovest. Sempre contro. Non ci siamo ancora diretti verso est, ma confido che quando lo faremo troveremo anche vento da est!

Tratti di ghiaccio. Suggestive le colate azzurre opalescenti incastonate nell'erba giallastra. Ghiaccio anche sulla strada: con attenzione ed equilibrio si passa anche questo.

Incredibile torvare muli neri che brucano a 4500m di quota: chi li ha portati fin qui? Forse per acostumbrarli all'altura? Qualche vigogna che sembra un po' tranquilla e curiosa di quelle che abbiamo trovato sull'altipiano.

Piu' si sale e piu' il vento e' forte e costante. Nel penultimo tornante ormai a 4800m abbiamo il vento in faccia. Non riusciamo a stimarne la velocita', ma ci impedisce di pedalare. Si spinge a piedi, un respiro per ogni passo. Ultimo tornate, vento a favore. E cosi' possiamo arrivare al passo dignitosamente in sella!

E questa volta non c'e' nessuno che applaude o ci fa fotografie. Solo Damiano, io, le bici, l'immagine della Madonna (non perche'' avevamo le visioni, c'era una santella...) e tutta la puna dietro di noi.

Siamo fisicamente stanchi, e, dopo quasi 7 ore di bici, consci che non abbiamo piu' tempo. Al massimo un'ora di Sole, quindi 90 minuti prima del buio totale. E dobbiamo scendere di almeno 1000m per non gelarci le chiappe questa notte in tenda.

Quindi ci vestiamo con quasi tutto quello che abbiamo e ci gettiamo letteralmente nella discesa sul versante sud (che qui e' quello all'ombra). Il termometro dice: +15ºC sul versante N, +3ºC sul versante sud, vento forte e discesa. Fa freddo.

La discesa e' bellissima, in una valle che e' quasi una gola, la strada in mille volute, che gira su se stessa, in mezzo a rocce multicolore. Una vegetazione diversa dall'altro versante, sembra piu' aspra, ma piu' verde. Frane, fondo pessimo, sassi che si muovono. Poca luce, e tutta alle spalle. Impossibile valutare gli ostacoli. Se buchiamo adesso... meglio non pensarci... Lama che brucano: come mai il loro vello qui e' evidentemente piu' spesso che nell'altopiano? Di nuovo: meglio non pensarci...

A 4100m un casotto di pastori. Al solito, mattoni di fango, tetto di paglia. Dai che piantiamo la tenda qui. Un cane abbaia e ringhia, ma non c'e' nessuno. Guardiamo il cane negli occhi e lui capisce: "caiiii... caiiiii..." Entriamo nella capanna.

Zampe di lama e carne secca appesi ad un filo. Odore dolciastro di sangue. Mucchi di velli di lama tosati. Pentole affumicate dal fuoco. Stoviglie varie. Poco spazio, appena per due sacchi a pelo.

"Che si fa?" "Scendiamo ancora un po', va!"

Scendiamo fino alla prossima capanna, 3900m. Ormai fa buio. Ancora piu' piccola della precedente, ma senza pezzi di animali appesi sulla testa. Montiamo la tenda in qualche modo dentro alla capanna, ci buttiamo tutto cio' che abbiamo e ci infiliamo nei sacchi a pelo, cosi' come siamo. Ci sveglieremo solo nel cuore della notte per farci un te, non mangiamo da stamattina, ma la stenchezza (ed i vari problemi gastro-intestinali che ci tormentano entrambi da tutto il giorno) hanno la meglio.

La notte sara' decisamente e sorprendentemente calda, mi togliero' perfino la giacca a vento ed i guanti!

Al mattino altro te, con un mucchio di biscotti: sembra che gli stomaci vadano meglio e la fame aumenta! Difficile rimettere ordine nel caos che abbiamo creato ieri, ma in poco piu' di un'ora siamo di nuovo pronti. Partiamo, sempre in discesa, ed attraversiamo due guadi profondi passandoci le bici l'un con l'altro su sassi affioranti. Se avessimo dovuto farlo ieri notte... di nuovo: meglio non pensarci!

La valle e' sempre fantastica. Pensiamo di doverci pedalare per meno di 60km in discesa, e ne siamo entusiasti. Scopriremo troppo tardi che i km sono 84 e non sono esattamente tutti in discesa!

La valle cambia, con il diminuire della quota. La vegetazione diventa piu' verde. La valle si allarga. Si vedono salici in corrsipondenza di pueblitos di pastori. Scenari idilliaci, questa valle ci sembra il paradiso terrestre, e non e' solo il contrasto con le terre aride da cui veniamo. Ispira una pace primitiva e senza tempo. E, finalmente, e' un posto dolce. Dove poter dormire anche sotto un albero (anche se forse fa ancora un po' freddino...). Un fiume trasparente ci fara' compagnia per tutto il giorno, passeremo nei sui canyon, attraverseremo i suoi ponti e ci bagneremo nella sua acqua. Ci fermiamo a mangiare in un piccolo santuario scavato nella roccia rossa. Non abbiamo ancora incontrato anima viva. Il vento e' a favore. Tutto va bene.

Ci sembra di essere sul set dei migliori film wester. Stesse rocce rosse, stesse scanalature orizzontali, stesse schiere di cactus a candelabro.

Buco una gomma in corrispondenza di una piccola scuola, che e' chiusa per vacanze invernali. Una signora (forse una maestra?) e qualche bambino, curiosi, mi indicano dove riempire la borraccia e con calma faccio la mia riparazione (e' la 7ª volta). Damiano prosegue.

La Poma appare come un miraggio: paesino di case bianche con piante verdi (ora le guardiamo come all'inizio del viaggio guardavamo i catus!).

Inseguo Damiano, volo. Dietro una curva lo vedo, sul rettilineo davanti a me. Possibile che abbia gia' colmato la distanza? Impieghero' quasi un'altra ora ad affaincarlo. Nuovamente: qui le distanze non sono concepibili. Quel rettilineo si dimostrera' lungo quasi 15km.

Superiamo Payogasta e ci sembra di essere in Franciacorta. Strada del vino, fattorie ben tenute, fatte di fango, ma con colonnati (!!!). Rampicanti che decorano l'ingresso delle case. La presenza stessa di abbellimenti e' un elemento nuovo: evidentemente qui la vita e' piu' dolce, tale da permettere alle persone anche di pensare alla bellezza. Aiuole con erba vere, regolarmente annaffiate. Il verde. Ci colpisce come vedere una macchia blu in un bosco dalle nostre parti.

Pappagalli verdi, a sotrmi, chiocciando, si alzano in volo al nostro passaggio. Il sole al tramonto.

Damiano buca. 8ª volta. Mancano solo 3 km. Uffa. Era una spina lunga 2mm e larga come un capello. Ma tanto basta. Riparata la gomma facciamo il nostro ingresso a Cachi.

La citta' ci colpisce. Mettetevi i nostri occhi, adusi a villaggi polverosi, con case di fango e diroccate... qui vialetti acciottolati, con alti alberi, le aiuole verdi, le facciate bianchissime... un altro mondo!

E di notte? Illuminazione con lampade alogene, luce gialla avvolgente. Ci sembra perfino abbagliante, rispetto al buio pesto degli abitati sulla puna. Che bello!

Dormiamo in una locanda con le camere che si affacciano su un patio, dove campeggia un'enorme vite. Porticato verniciato di rosso con colonne bianche, pavimento di cotto. Ed e' il posto piu' economico, secondo la guida. Ma chissenefrega se non c'e' il bagno in camera: noi siamo felici se non ci si rischia di spinare le chiappe con il cactus quando ci si alza di notte!

Da oggi siamo tornati in un mondo piu' vicino a quello da cui siamo partiti. Stiamo ancora metabolizzando tutto quello che abbiamo passato, ma abbiamo l'impressione che avremo tanto da raccontarvi, quando torneremo.

A presto,

ENRICO



11 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao Enrico! Ti mandiamo un saluto gigante e speriamo che questa esperienza così viva ti lasci dei bellissimi ricordi,
Francesca e Riccardo.

Anonimo ha detto...

clap,clap,clap,clap,clap,clap,clap,clap...e' l'applauso dll'Italia per aver raggiunto la vetta piu' alta!Certamente la fatica rende ancora piu' intensa la vostra gioia! Bravi!Vi auguro di rivivere questa gioia tutte le volte che raggiungerete un obiettivo nella vita.(anche meno faticoso!)

Anonimo ha detto...

Ciao! Pungolato da mamma e zia vi scrivo un post:seguo con costanza le vostre gesta.
Approposito di animali (vivi, non scuoiati):ma del famigerato condor andino nemmeno una traccia? Farete meglio ad alzare gli occhi sopra le vostre teste.
X chico:Approposito di case/giacigli/magazzini di carne marciscente:mi sto adoperando a trovarti una sistemazione a BS.
Saludos Y Besos

Anonimo ha detto...

la mia personalità bancaria lavorava sui possibili sviluppi eco-sostenibili-compatibili con l'aspro e selvaggio territorio ... aprire una catena di ciringuitos ad alta quota (la spiaggia e la sabbia le riportiamo in un secondo tempo) dove si venda di tutto fingendolo rigorosamente locale (dai fagioli (importati!) allo smalto per le unghie ai pignoni).
Tempo due anni e l'economia argentina si risana, indigeni e investitori appianano felici il loro debito e io nel frattempo smetto di assumere farmaci a sostegno delle mie numerose patologie psichiatriche e non.
E adesso scusate ma vado a farmi una sana dose di "logorio della vita moderna" per contrastare l'avanzare della pace interiore, impossessatasi di me per effetto osmotico durante la lettura.
Il mio encefalogramma segna tracce di schizofrenia ...

Anonimo ha detto...

Grande Enrico!! non ho parole ogni volta che leggo l'unica cosa che mi dispiace è che ci sia una fine!! siete veramente due grandi non vedo l'ora di vedere qualche altra foto magari alla grigliata ma la carne la compriamo qui Ste

Anonimo ha detto...

Concordo con STE! (STE!! è così che si lavora eh? ;) ) Grande Enrico!! sto fremendo per vedere quali altri foto meravigliose pubblicherete!! baci,
Luisa

Anonimo ha detto...

che vi devo dire leggendo il blog di enrico mi cambia il mood e quindi coalizzo e visto che non lavora lui non lavoro pure io :-D Grandissimi e ricordateviGo take a step outside, see what's shakin' in the real world!!

Anonimo ha detto...

direi che uno YEAHHHH dopo qst commento di ste ci sta :)
Hola!
Luisa

Simone Nervi Photoblog ha detto...

ciao!

Anonimo ha detto...

TOC TOC..
La pace interiore si sta impossessando anche di me..sarà merito dei vostri racconti o del delirio di febbre in cui sono? :-) ragazzi, voi tutto bene? Holà! Luisa

Anonimo ha detto...

grandiiii
è un'ora che leggo per aggiornarmi sul viaggio, ero a spasso e senza internet, finalmente so qualcosa di più.... bella la barba! ciao henry! mi prenoto per la grigliata!! un saluto anche a damiano! siete dei miti!!!!
buon proseguimento!
sus