martedì 28 ottobre 2008

Il serpente... che si morde la coda



Hola chicos, que tal? Mucho tiempo ha pasado desde la ultima vez...

Sfrutto per il titolo un'idea di Damiano. Ed ora vi racconto.

Bel fine settimana, proprio pieno. Festa di laurea del Bonzo ed, in contemporanea, compleanno di Unzio. Tutti e due questi eventi di portata cosmica si sono verificati... nella casa di Tignale!

Invitati un milione di persone, da Brescia e provincia, ma anche dalla Puglia, dall'Emilia e... da tutta la penisola iberica. Personaggi indimenticabili gli spagnoli, se cercate nei post passati relativi ai viaggi a Limoges ne troverete traccia. Hanno reso la serata ancora più movimentata di quello che già sarebbe stato! Non scenderò nei dettagli per ovvie ragioni di convenienza, comuque è uno di quei fine settimana che si racconteranno molto, in futuro, fino a farlo entrare nella mitologia... Domenica sera ci si saluta solennemente davanti ad un kebab, in stazione, e mi avvio verso casa stanco, ma sereno e contento. Crollo nel letto e prendo sonno prima di toccare il materasso.

E qui comincia il divertimento. La mattina dopo sveglia alle 7:30. Strano che Damiano non ci sia. Mi faccio una doccia, e giro per casa nudo con grande soddisfazione. Alle 7:45 Damiano si sveglia, e, vedendomi senza veli si mette subito di buonumore. Gli chiedo perché si sveglia così tardi e lui mi svela l'arcano: l'ora solare! Per fortuna che Erika si è alzata dopo di lui...

Vabbé, mi son svegliato un'ora prima del previsto, vado in ufficio. In pausa pranzo corro a casa, passando dal supermercato. Compro anche una cornicie e, montandola, mi foro il palmo di una mano. Sangue a fiumi. Aggiusto con cerotto. Cucino al volo e carico in macchina il mocio, l'ammoniaca e tutte le altre munizioni per la lotta contro i nemici dell'igiene. Poi spiegherò perché.

Torno a casa alle 17:30 perché il tecnico della lavastoviglie l'ha aggiustata e me la porta. La installo in bagno. Si, la alvastoviglie in bagno: che c'è di male? Nella caasa (ormai solo con due a e mezza) sono ben altre le cose di cui preoccuparsi... Qualcosa in lui non mi quadra. Dice: "l'ho pulita...", "era un contatto ossidato...", "ho fatto una revisione completa..." tutte frasi equivalenti alla classica: "Non ho trovato niente, ma devo pur giustificare i 70€ che ti chiedo!"

Sospettoso, la collego e parte. Salvo fermarsi 15 minuti dopo che il tecnico se ne è andato. Ostie tra me e me, soprattutto per i 70€, ma anche per la discreta montagna di piatti che incombe in cucina. Allora, colto da un raptus, la aggredisco, stacco lo scarico dal muro e... ho un'illuminazione! Nel tubo di scarico nel muro c'è un tappo. Questo è il motivo per cui non andava. Mi scoccia un pochino (si...) per i 70€, ma almeno ora la caasa ha ufficialmente un bagno dotato di lavastoviglie. O anche una lavastoviglie da bagno. Non è ancora chiaro come avverrà il trasferimento di piatti dalla cucina, per ora sfruttiamo la classica catena di Sant'Antonio a 2/3 persone.

Nel frattempo arriva anche Damiano, e per fortuna mi costringe a cenare. Poi, entusiasti come due bambini il 14 dicembre (che, per i non Bresciani, è il giorno dopo Santa Lucia. E ne sapete quanto prima...), carichiamo il nuovo (ha solo 13 anni) elettrodomestico. Il tubo di scarico momentaneamente nel lavandino. Controlliamo il primo ciclo che il tubo non esca. Tutto a posto. E si parte per Tignale.

Perché a Tignale avevo lasciato un paio di conti in sospeso con i nemici dell'igiene. Diciamo che dovevo fare le polveri... Così, spolverando, io e Damiano, per circa due ore, abbiamo passato la serata. Da notare che Damiano era pure malato e che si è offerto volontario, gettando il cuore oltre l'ostacolo... ed ha pure dato un contributo essenziale, in quanto io mi sono dimsotrato un po' sensibile alla polvere...

Comunque, dopo aver raccattato il nostro arsenale chimico, siamo tornati in città, con Damiano che ronfava beatemente sulle note psichedeliche degli Osanna ad un discreto volume, per prevenire miei colpi di sonno.

Appena dentro casa andiamo a controllare la lavastoviglie. Che ovviamente è nel mezzo di un lago di acqua, sapone (per lavastoviglie) e resti di cibo. In realtà lo sapevo. Ne ero sicuro.
Sfoderiamo nuovamente il mocio, che era già caldo dalle pulizie di Tignale. E comincio ad asciugare. Purtroppo nei primi anni '90 il consumo di acqua non era un problema. Così le lavastoviglie erano progettate per usarne tanta. Tantissima. Cavi elettrici bagnati. Cosa molto sicura in una casa anni '70 con impianti elettrici degli anni '60. Comunque ho raccolto più di 20 litri di acqua, ma per terra ce n'é ancora molta, si asciugherà. Oppure trafilerà nei muri, facendo arrugginire le verghe nei pilastri portanti, e nel giro di una settimana la casa crollerà. Non ci resta che aspettare e vedere cosa succede.

Oltre a questa curiosità voglio anche vedere il risultato della pulizia del pavimento con detersivo da lavastoviglie. Se funziona bene lo adotto al posto del Fabuloso, così elimino un falcone dall'armadietto dei detersivi. Che ne dite? Ed il prossimo passaggio sarebbe sostituire anche quello per la lavatrice... si, come Maxwell, formulerò la teoria dell'unificazione delle forze fondamentali... del lavaggio...

Questo è puro delirio.

Buonanotte,

ENRICO

mercoledì 1 ottobre 2008

I ritorni


Scusate, scusate!

So che vi aspettavate qualcosa di scritto un po' prima, magari anche solo due righe. Qualche frase, una riflessione, per dare un giusto un epilogo al viaggio che vi ho raccontato (quasi) per filo e per segno. Il fatto è che in queste tre settimane (che mi sembra siano durate come un anno) non ho avuto un attimo di fiato. Tante persone da rivedere, tante incombenze pendenti da troppo tempo, tanto lavoro.

Naturalmente mi rendo conto che sto correndo il rischio di impantanarmi , e quindi di ritrovarmi a breve nella stessa situazione che ho provato nei primi mesi del 2008. Ricordo bene. L'impressione di avere una vita piena, ma senza sapere esattamente di cosa; l'asfissiante sensazione di non avere tempo, di non avere spazio, ed allo stesso tempo di vivere nel vuoto; l'angoscia di stare in mezzo alla gente e di sentirsi assolutamente solo. A porre fine a tutto questo c'è stato un luglio catartico: tempo di traslochi, di addii, di rotture, di fughe. Lasciandosi dietro terra bruciata. Che, come si sa, è ricca di potassio. E quindi fertile. Purtroppo è adatta soprattutto per coltivare tuberi...

Però so che ora le cose sono diverse. Ovvero, sono io che sono diverso. Per il viaggio e per quello che ha rappresentato. Per le persone che ho conosciuto, e che mi hanno regalato un pezzetto del loro modo di essere. Per gli interminabili pensieri che mi sono portato oltreoceano come gomitoli, per poi svolgerli al vento dell'altipiano andino, nelle lunghe giornate sui pedali. Alcuni di questi pensieri li ho lasciati la. Altri li ho riavvolti e riportati in Italia.

Ora è tutto diverso. Ed ora è il tempo di iniziare a ricostruire. So cosa devo fare, e vorrei cominciare a far muovare le cose prima che mi passi il dolore al polso. Ultimo, fisico, souvenir delle Ande.

A presto!

ENRICO