lunedì 23 giugno 2008

Est modus in rebus




























Già... c'è un ordine nelle cose... solo talvolta non lo capisco... che poi uno non ci crede... e allora ho fatto qualche foto...

Tralascio i "minori" contrattempi degli ultimi giorni (non trovare le chiavi delle case, presentarsi nell'ospedale sbagliato per una visita medica ed altre amenità) solo perché non ho documentazione fotografica.
A sx potete vedere tutti i documenti della moto intrisi di olio e basilico, percolato da una confezione di pasta mediterranea Esselunga che mi si è aperta nello zaino. A dx invece c'è il movimento centrale della mia fantastica bici: scricchiolava un pochino, così l'ho smontato. Ed ho scoperto che la Shimano per i suoi componenti non usa acciaio inossidabile, bensì ferro forgiato da qualche operaio cinese. O parto per l'Argentina con un grumo di ruggine al posto del cuscinetto, oppure devo spendere 100Euri per sostituirlo.
Ah, dimenticavo. Stasera mi son bevuto una Coca Cola in bottiglia. Aprendola ha innaffiato mezza cucina, ed ho appena finito di pulire il pavimento. Il lato positivo? La bottiglia era solo da mezzo litro...
Ora esco di casa in moto senza documenti: lancio una sfida alla sorte. E se mi provano a fermare, cazzo scappo.

Che mi inseguano.

Ciao,

ENRICO

mercoledì 18 giugno 2008

Fotografie

Breve aggiornameto:

ho aggiunto tra i link anche quello del fotoblog di Simone. Non so perché l'ho aggiunto solo ora, avrebbe dovuto esserci da tanto tempo!

Vista la foto qua sopra? L'ho scattata io con la webcam di Fabio ed Hong Bao, mentre loro erano a Shangahai ed io al lavoro. Fabio è la macchia nera sullo sfondo che salta sul letto!

Ciao,

ENRICO

martedì 17 giugno 2008

Fiat 500 color oro




Bentrovati.

Eccomi di nuovo qui, pronto ad aggiungere un nuovo ed emozionante (?) post.

La mia vita sta assumendo tratti sempre più marcatamente tragicomici e sono un po' preoccupato dal fatto che la cosa non mi dia per niente fastidio.

Rapidamente gli accadimenti del penultimo fine settimana. Sabato pomeriggio uscita in MTB con Damiano, fino al Passo Spino, appena sotto al monte Pizzoccolo. Salita interminabile, per il terreno "pesante" e la pioggerella fredda. In cima però panorama spettacolare: le prealpi del basso Garda avvolte da una leggera nebiolina, che a tratti lascia vedere la pianura, danno l'impressione di essere in un ambiente remoto e selvaggio. E poi discesa divertentissima, a salti tra fango e pozzanghere, rischiando anche qualche "dritto", giusto per scaricare un po' di adrenalina... Siamo arrivati alla Bravo con uno strato uniforme di 10mm di fango su tutto il corpo, quindi lavaggio in fontana, chiaramente con acqua gelida. Bello bello.

Doccia itinerante nella caaasa e via, verso una nuova serata, in teoria, liscia liscia verso una bella cena sul lago... ma qui è successa una disgrazia... la Bravo è morta.

Ebbene si, dopo 11 anni e 2 mesi, nonché 217000km di onorato servizio la guarniziaone della testata ha ceduto (per la seconda volta), compromettendo l'impianto di raffreddamento. Ripararla costa tanto e non dà garanzie di affidabilità. Quindi ne ho dovuto decretare il decesso.

Da questo momento sono ufficialmente appiedato. O, meglio, motorizzato su due ruote. E' il periodo giusto, mi sembra: cieli sereni, temperature primaverili, proprio un piacere circolare col casco in testa... Ma quando arriva l'anticiclone? Sto facendo il conto alla rovescia, manco fosse capodanno... sembra che manchino ancora 2 giorni... speriamo...

Ma torniamo a noi. Domenica, bloccato a Brescia da pioggia e carenza di mezzi di trasporto, sembro un orso in gabbia. Appena vedo uno spiraglio di luce volo con Damiano ed Erika verso Caionvico, giusto per sgranchire un po' le falangi su qualche tiro facile. Tra l'altro Erika sale il primo tiro della sua vita, ed è pure un 5c! Purtroppo lo spiraglio di Sole era solo un'esca. Infatti comincia dopo poco un uragano tropicale che ci lascia bagnati fino alle mutande. Quindi tutti a casa a farsi la doccia e fine del pomeriggio. Serata aperitivo al Farbar in Lambretta, chiaramente sotto la pioggia. Nottata non proprio serena.

Lunedì mattina indosso maglia rosa e jeans sdruciti (non ho più vestiti asciutti) ritiro all'Ikea la vettura sostitutiva (cosa c'è di strano?!) e me ne vado al lavoro. Chissà cosa pensano i colleghi che hanno assistito alla mia metamorfosi: da giacca e cravatta ogni santo giorno, fino a pantaloncini, canotta ed infradito... in realtà non sono ancora arrivato a questo estremo, ma temo che manchi poco!

La settimana scorre tranquilla, arrampicata in falesia, sopralluogo in villa con idraulico, lavoro, arramicata in palestra, ecc. Fino a giovedì. E qui tutto si fa più interessante.

Venerdì ferie, ma in realtà lavoro tutto il giorno. La sera teatro: match di improvvisazione teatrale, si scontra una squadra di Brescia ed una di La Spezia. Le due squadre di 6 componenti si fronteggiano allestando piccoli spettacoli su diversi registri (da "Operetta" a "Pulp Fiction" passando per "sceneggiata napoletana"), su temi proposti dal pubblico. Si spalleggiano, ma si mettono anche in difficoltà a vicenda. Un arbitro controlla i falli (confusione, fuori tema) ed il pubblico vota i migliori. Proprio divertente. Ha vinto Brescia. E venerdì prossimo c'è la finale.

Prima di dormire birretta e panino con alcuni amici di Milano ed una delle partecipanti.

Sabato brutto brutto brutto tempo. Quindi colgo l'occasione e lavoro tutto il giorno. Solo alle 19:30 vado a correre per un'oretta, e mi fa proprio bene. Adoro il Parco Tarello, compresi gli indiani che giocano a cricket e le pozzanghere grandi come laghi. Mi piace il rumore del traffico in lontananza e le nuvole che si specchiano nei vetri dei grattacieli vicini. Apprezzo perfino il gasometro che incombe con la sua mole assurda ed affascinante perché tanto smaccatamente anacronistica. Ok, questa frase era un po' involuta, ma ogni tanto ci sta.

Serata tranquilla in vista delle performace su due ruote di Domenica.

Domenica mattina MTB in Maddalena dal muratello. Incrociamo più volte una mandria di scout che, un po' fiacchi, si arrampicano per i sentieri, per le strade, per i prati, fino alla cima. La salita passa tranquilla, Damiano si difende bene, nonostante la sua serata sia stata decisamente più impegnativa della mia. Arriviamo fino al prato di decollo dei parapendio, ma, dato il brutto tempo, ne troviamo solo uno, che decolla e scende verso S. Polo alla velocità della luce: non c'è vento, né termiche... Bellissimo vedere il panorama della Val Verde, a est di brescia. Quanti boschi, e quanti piccoli paesei quasi nascosti tra le vallette, eppure così vicini alla pianura. E che bello vedere un panorama tanto famigliare, ricnonscere i posti dove sono stato, chiamare per nome le strade e le frazioni. Ci vuole anche questo ogni tanto. E poi avrò tanto tempo in Argentina di vedere panorami nuovi e sconosciuti, ogni giorno...

Poi ci tuffiamo rapidamente in discesa (fa freddo!). Sentiero fangoso, con sassi e foglie, tutto scivolosissimo, stretto e con canaloni. Insomma, c'è da starci attenti, ma ci si può divertire! Così fa Damiano che prova subito la bici nuova con un tuffo di testa in un roveto... senza conseguenze. Si scende un po' a piedi, un po' in bici, man mano che il sentiero migliora, sempre più veloce, con qualche salto, poi con tanti salti... e ci divertiamo un sacco. Altra sosta alla malga Margherita per vedere il panorama ad ovest, altrettanto piacevole di quello ad est. E giù di nuovo sempre più forte fino a far puzzare di bruciato i freni a disco.

Terminiamo il viaggio direttamente al lavaggio auto dove diamo una pulita di massima alle bici con la lancia ad alta pressione. Poi che fare? Aperitivo!

Scegliamo un baretto dove non siamo mai stati, abbastanza grezzo da permetterci di sederci nonostante siamo decisamente infangati. La barista prende le ordinazioni... e se ne va di gran carriera, a bordo di una 500 vecchia color oro... torna dopo poco in retromarcia a 1000km/h perché si era dimenticata di passare le nostre ordinazioni alla figlia, che ci stava già preparando i pirli. E qui comincia una commedia.

Come attori, si alternano sul palco del bar un paio di strani personaggi. Il barista, che parla solo il dialetto (ed io faccio un po' fatica a capire tutto) e che si lancia in improbabili ed interminabili descrizioni di avventure sulla sua bici da corsa. Solo che l'anguria nascosta sotto la maglia ci fa pensare... E poi un pittore pazzo che parla bresciano con accento sardo e ci racconta di sconosciuti campioni del ciclismo bresciani e della sua infanzia a Castenedolo... è inarrestabile! Decide anche di immortalarci con un ritratto collettivo in tenuta da bici, che vedete riportatato all'inizio del post. Damiano è a sx, io sono l'altro. Mi ha detto che ho un profilo greco. Sarà... Ce ne andiamo dal bar sorridendo e sghignazzando ed ubriacati più dalle chiacchere dei due personaggi che dal pirlo!

Episodi come questo a Milano non mi sono mai capitati, ed è uno dei motivi per cui ho l'impressione che le grandi città siano meno "umane" delle piccole. Quello che mi piace, che mi entusiasma, è il naturale contatto umano, la curiosità di conoscere e di farsi conoscere, di raccontare e di ascoltare. Anche parlare con due persone eccentirche, forse un po' matte, ma animate da cordialità, calore umano, amicizia, ti fa sentire a casa, ti fa sentire al sicuro. A Milano, salutare la barista a volte sembra considerato scortese...

Torno a casa per farmi una doccia calda e... rimango bloccato dalla solita pioggia. Riesco a partire a bordo della Lambretta solo verso le 17:30 per tornare alla caaasa e fare un po' di programmi di allenamento per i prossimi fine settimana. Poi solito aperitivo alla corte degli Aranci (dove si mangia tanto) e cena con una pizza e mezza. Vado a dormire presto ma mi alzerò molte volte per bere, quindi lunedì mattina difficile, all'insegna della palpebra cadente...

Ora vado a dormire almeno un po', sperando di incontrare qualcuno di speciale in sogno...

Ciao,

ENRICO