mercoledì 1 ottobre 2008

I ritorni


Scusate, scusate!

So che vi aspettavate qualcosa di scritto un po' prima, magari anche solo due righe. Qualche frase, una riflessione, per dare un giusto un epilogo al viaggio che vi ho raccontato (quasi) per filo e per segno. Il fatto è che in queste tre settimane (che mi sembra siano durate come un anno) non ho avuto un attimo di fiato. Tante persone da rivedere, tante incombenze pendenti da troppo tempo, tanto lavoro.

Naturalmente mi rendo conto che sto correndo il rischio di impantanarmi , e quindi di ritrovarmi a breve nella stessa situazione che ho provato nei primi mesi del 2008. Ricordo bene. L'impressione di avere una vita piena, ma senza sapere esattamente di cosa; l'asfissiante sensazione di non avere tempo, di non avere spazio, ed allo stesso tempo di vivere nel vuoto; l'angoscia di stare in mezzo alla gente e di sentirsi assolutamente solo. A porre fine a tutto questo c'è stato un luglio catartico: tempo di traslochi, di addii, di rotture, di fughe. Lasciandosi dietro terra bruciata. Che, come si sa, è ricca di potassio. E quindi fertile. Purtroppo è adatta soprattutto per coltivare tuberi...

Però so che ora le cose sono diverse. Ovvero, sono io che sono diverso. Per il viaggio e per quello che ha rappresentato. Per le persone che ho conosciuto, e che mi hanno regalato un pezzetto del loro modo di essere. Per gli interminabili pensieri che mi sono portato oltreoceano come gomitoli, per poi svolgerli al vento dell'altipiano andino, nelle lunghe giornate sui pedali. Alcuni di questi pensieri li ho lasciati la. Altri li ho riavvolti e riportati in Italia.

Ora è tutto diverso. Ed ora è il tempo di iniziare a ricostruire. So cosa devo fare, e vorrei cominciare a far muovare le cose prima che mi passi il dolore al polso. Ultimo, fisico, souvenir delle Ande.

A presto!

ENRICO

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