sabato 2 agosto 2008

Argentina, giorno 10

Prefazione: scusate la brevita', gli eventuali errori di battitura e
le frasi sconclusionate, ma sono in un garage maleodorante con musica
argentina a palla. A me il posto piace anche perche' ci sono un sacco
di ragazzi locali, ma non concilia esattamente la concentrazione per
il racconto...

Ce l'abbiamo fatta!

Ieri abbiamo superato l'abra del Condor a 4000m con sole 3 ore e 40 di
salita pedalata! Ora che l'abbiamo fatto mi sento di dire che non era
niente di veramente duro. Ed, al tempo stesso, dopo l'esperienza di
oggi che andro' a raccontarvi brevemente, faccio le seguenti
riflessioni.

La fatica e' un mezzo per raggiungere soddisfazioni e conoscenza dei
propri limiti e dell'ambiente circostante. La bici in questo senso e'
un mezzo eccezinale che permette di "entrare" veramente nel paesaggio
e di trovare punti di incontro con le persone che vi abitano. Non so
quanti Hola! e Suerte! abbiamo detto negli ultimi giorni. Ed ogni
volta che mettiamo un piede a terra per riposare, bere, mangiare, c'e'
sempre qualcuno che vuole sapere da dove veniamo che ci facciamo qui,
ecc. E' fantastico! A parte i vari cenni di saluto e gli incitamenti
ricevuti durante la salita, ci siamo beccati anche due applausi: uno
di un autobus intero che ci ha passato in discesa, mentre salivamo, e
l'altro di un gruppo di argentini sulla cima del passo...

Visto il nostro stato, molti si sentono di offrici da mangaire, da
bere, consigli... cosi' anche sulla cima del passo abbiamo pasteggiato
con empanadas offerte dai turisti argentini dell'aplauso. Per fortuna!
Perche' non troveremo piu' niente da mangiare, e daremo fondo alla
risrva di dolci e barrette di cereali.

Il panorama dal passo e' fantastico, ma non molto diverso da quelli a
cui ormai ci stiamo abituando. La vera emozione sta nell'ambiente,
nelle dimensioni sconfinate (delle valli, delle montagne), nella
potenza degli elementi (Sole e vento!), nei colori incredibili delle
rocce, nel fascino delle piante spinose che riescono a crescere
ovunque (senz'acqua e con escursioni di 30C tra giorno e notte). E che
dire della coppia di condor che ci sorvola (leccandosi il becco...)
mentre saliamo? Sono veramente grossi ed hanno delle pinne remiganti
lunghissime.

E, mentre scendiamo, un branco (o gregge? attendo risposte...) di
vigogne ci affianca in corsa e ci attraversa la strada, saltando con
agilita' su un terreno sassoso e spinoso che per un uomo e' quasi
intransitabile. Un'emozione forte e nuova.

Putroppo buco una prima volta e ci tocca fermarci mezz'ora per
aggiustare la gomma. Nessun problema, solo che speravamo di arrivare
al km40 dove si trova del cibo per l'ora di pranzo (entro le 14),
invece arriviamo troppo tardi e ci mangiamo frutta secca e barrette.
Nel frattempo la strada diventa sempre piu' dura. Ebbene si, un
saliscendi con guadi e sterrato duro, ma sassoso, con le bici cariche
ed a 3500m e' molto piu' duro di una salita continua. E poi siamo un
po' stanchini... Gli ultimi chilometri prima della ruta 9 (asfaltata)
sono tutti mentali: testa bassa ed una pedalata dietro l'altra, senza
pensare a niente (o pensando a tutto?).

Arrivati al bivio scopriamo che Abra Pampa, nostra meta, e'
decisamente piu' lontana del previsto (sarebbero altri 62km). Questa
situazione si e' gia' verificata piu' volte: una delle cose piu'
difficili di questo viaggio e' la mancanza di informazioni precise su
quote, tipi di strada e distanze. Ed e' inutile chiedere ai locali:
non hanno idea delle altimetrie, e danno numeri a caso (Abra Pampa e'
risultata ad una quota compresa tra 4040 e 2700m...), le distanze sono
date in termini di ore di macchina o di autobus, ed anche qui, per la
bici non serve a niente (in auto si va ad 80km/h anche in salita, ma
in bici?). Le uniche informazioni, puntuali e preziosissime, ci
arrivano dall'Italia, dalla chiaccherata con Mariano ed Agnese. Ma
ogni modifica all'itinerario stabilito e' un salto nel buio. Questa
situazione ha due conseguenze:

1) bisogna avere sempre una scorta (di energie o di cibo ed acqua) per
affrontare strada o dislivello in piu;
2) e' tutto piu' avventuroso!

In questo caso avevamo (come sapete) scorta di acqua e cibo. Cosi
abbiamo piantato la tenda a 3500m, assistendo ad un tramonto
fantastico a 360 gradi sulla cordigliera. L'aria cristallina, neanche
una nuovola, il vento che si ferma... Uno spettacolo indimenticabile.
Nel giro di 30 minuti dopo il tramonto la temperatura passa da 25
gradi a 5, e nella notte scendera' a -5. Il fresco che sentiamo nella
tenda viene ampiamente compensato dalla spettacolare volta celeste
(australe!), e Damiano vede anche due stelle cadenti. Io neanche
una... peccato perche' avevo un paio di desideri da esprimere!

Ora sto definitivamente impazzendo per la musica argentina. Quindi vi
saluto e vi lascio con la curiosita' di come e' andato il viaggio di
oggi. Vi anticipo solo che e' stato piu' duro di ieri ed almeno
altrettanto suggestivo. Siamo ad Abra Pampa, ed il paese ci sembra
come un'eventuale avamposto umano sulla superficie della luna...

Ciao a tutti,

ENRICO

PS: domani si arriva al confine... forse... se Eolo vorra'...

PS2: la macchina fotografica e' andata persa. Ripeto. La macchina
fotografica non c'e' piu'. Non disperiamo, cerchiamo lucidamente
soluzioni.

5 commenti:

Simone Nervi Photoblog ha detto...

no...la macchina fotografica no!!!!

Unknown ha detto...

Mi unisco a Simone nel dire...nooooooooooo!!
Forza ragazzi che ce la fate dai dai...

Anonimo ha detto...

santiddio
quando dicevo che i clichè vanno rispettati non intendevo sino a questo punto ....
adesso vi tocca riportare come prove della roccia e flora locale per ricostruire sensazioni e colori.
Vediamola positivamente, ispirandosi a chi già in famiglia soffre di idiosincrasie tecnologiche, orientandosi ad una originale autarchia anacronistica.
Il concetto risulta criptico anche per me, ma fondamentalmente serve a distrarre l'attenzione dalla perdita...


p.s. quando torni ti metto in castigo alla faccia dei clichè!!
Ti aspettano dei lavori FORZATI davanti al mio p.c.

Luigi ha detto...

oltre alla roccia e la flora locale potresti portare anche un po' di fauna! io una vigogna in giardino la vorrei proprio...
vi seguo appassionatamente
buena routa! (si dirà poi così, chissà..)

Anonimo ha detto...

babbo ha detto "oh noooo!e adesso come fanno?" io sono piu' ottimista e ho pensato ad alcune soluzioni: 1) utilizzare i turisti che vi incitano per farvi fare foto che poi spediranno 2)compratene una usa e getta (questo consiglio fara' rabbrividire Simone)3)se non trovate soluzioni ricordate che le foto sono tutte nei vostri ricordi e quindi arricchite i racconti con descrizioni, aggettivi, particolari, colori e "sapori"