martedì 29 luglio 2008

Argentina, giorno 6

Che fatica!

Questa sera non era prevista una connessone ad Internet. Siamo stati costretti da un problema meccanico ai freni a disco di Damiano a trovare informazioni su come ripararli e quindi colgo l'occasione per scrivere due righe.

Siamo a Tilcara, sempre lungo la Ruta 9, a 2600m di quota. Ieri notte abbiamo dormito a Purmamarca, un posto incredibile, in cui l'unica vegeatazione che si alzi a piu' di 50cm dal suolo e' costituita da cardones, o cactus, ma che ha una "quebrada" (falesia, dirupo) di pietre colorate dal rosso al blu, passando per tutti i colori che ci sono nel mezzo. Abbiamo fatto tante foto, ma non possono rendere l'idea. E' un posto incantato... e chiaramente anche abbastanza turistico in quanto facile da raggiungere anche in macchina. Tutti i turisti sono Argentini, e quindi la gente del posto non si aspetta che noi siamo italiani. Cos¡ i nastri tricolori che sventolano sulle nostre borse sono stati presi per una bandiera messicana!

Il paesino e' tutto raccolto intorno ad una piazza dove c'e' un mercato artigianale molto grazioso, con tanti bambini indio vivacissimi che giocano e vendono gelatinas e flan (gelatine e budini). Principalmente se li vendono tra di loro, ma talvolta anche ai turisti... Una bambina ci ha colpito per il modo con cui giocava con l'agnellino ed il capretto che aveva in cura: li caricava in spalla e lanciava qua e la senza problemi, e poi li allattava con un biberon, dividendo il pasto con loro... incredibilmente vivace ed un po' selvaggia!

Poiche', come dice giustamente Simone, non possiamo rammollirci troppo, abbiamo piantato la tenda in uno "campeggio", in realta' uno spiazzo polveroso ed abbastanza assolato, che ci era piaciuto perche' c'erano molti ragazzi. Scopriremo poi che i ragazzi non hanno esattamente i nostri ritmi e fanno fiesta fino alle 2 del mattio, mentre noi alle 8 dobbiamo alzarci. Pazienza.

Comunque nel pomeriggio siamo partiti per un'escursione sulla vicina cordigliera, a piedi, lungo un sentiero molto panoramico che ci ha permesso di assaporare tutta la bellezza della quebrada di Purmamarca fuori dalla confusione da una prospettiva decisamente privilegiata. Qui, sulla cima di una delle colline, a strapiombo sul paese, abbiamo conosciuto Ricardo, ingegnere alimentare di Buenos Aires, amante del trekking. Sembra che gli ingegneri si attirino tra di loro, oppure sono tutti un po' "fuori" e quindi si ritrovano nei medesimi posti strani ed improbabili. In ogni caso il tipo e' simpatico e parla l'italiano perche', ovviamente, ha parenti in Italia. Ci aiuta molto a migliorare la lingua parlare con lui, noi in castillano stentato, lui in italiani abbastanza buono.

Ceniamo insieme, in un ristorante molto carino, con un ragazzo ed una ragazza che suonano musica Argentina, che tutti conoscono, tranne noi. Passiamo una bella serata e rimaniamo d'accordo che ci spediremo foto e mail dei rispettivi viaggi, il nostro in bici, il suo a piedi. Assaggio acnhe la zuppa di pecora o caprea, che si chiama Locro.

Questa mattina ci siamo svegliati alle 8, abbiamo levato il campo ed abbiamo caricato le bici su un'auto, sembra una Renault Logan. Con alla guida un local abbiamo coperto il dislivello fino al passo del Ipam a 4170m. Qui abbiamo scaricato le bici e siamo scesi fino a Salinas Grandes, 3600. Non ci sono foto ne' descrizioni che possano rendere 'idea di questo deserto di sale in continuo rinnovamenteo che si estende per circa 50km in larghezza (est ovest) e piu' di 100 in lunghezza (nord sud). Oggi siamo solo in esplorazione e siamo un po' perplessi all'idea che dovremo attrversarlo in bici, con le nostre gambe...

Comunque lo scopo dell'esplorazione era cominciare ad acclimatarsi all'alta montagna, e quindi pedaliamo per un'oretta sopra i 3600m. Visitiamo una zona dova alcuni cavatori di sale fanno il loro lavoro e scopriamo come funziona questa industria. Poi riprendiamo la nostra auto e torniamo al passo dell'Ipam. Questa votla scendiamo in bici: 35km per 2100 metri di dislivello. Velocita massima 84km/h, e vi assicuro che fa abbastanza impressione! Ma quello che piu' colpisce e' il vento: nella discesa a tornanti eravamo spinti quando scendevamo verso l'imbocco della valle, mentre quando rientravamo avevamo il vento contrario, che ci frenava dai 70 km/h fino ai 20 ed a volte meno, costringendoci a pedalare con decisione. Abbiamo sentito la forza degli elementi in una giornata normale a queste quote.

Abbiamo pranzato nel solito ristorante che abbiamo provato anche ieri a pranzo economico, tipico e molto buono. Empanadas e milanesas per entrambi.

Ripartiamo alla volta di Tilcara, attraversando alcuni pesini tipici e che sembra in ristrutturazione, forse a causa dell'aumento dei flussi turistici degli ultimi anni. Ticlara la visiteramo domani, quindi ve la descrivero' nel prossimo post.

Hasta luego,

ENRICO

PS: anche questa volta niente foto... abbiate pazienza!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

a spanne direi che la bambina selvaggia stava imparando a frollare la carne in modo locale

Anonimo ha detto...

ma avete intenzione poi di fare un libro della vostra gita o almeno una foto al giornale di Bs?...il nostro cuore batte forte per voi!

Anonimo ha detto...

mi ricordo ... di quando in bici in Olanda nel 1991 avevamo il vento contrario dopo "solo" 40 km di pianura.
Le lenzuola stese all'aperto stavano orizzontali, tanto per intenderci.
Per farmi trainare in meta dallo zio mi sono giocata un mese di piatti lavati.
Allora ero ingenua. Adesso potrei pagarlo....

Anonimo ha detto...

posso dirlo??? posso??? dai, lo dicoooo!!!
hai voluto la bici??? PEDALAAAA
che bella collezione di posti , gente ed esperienze! che invidia!!!!
ciaoooo

Anonimo ha detto...

Ciao Enrico! Stai descrivendoci così bene la tua esperienza che siamo li con te! Con qualche ora di ritardo ;-) Mi raccomando assaggia il dulce de leche!sandra