martedì 25 agosto 2009

Giorno 18, Berati

Terminavo il post scorso con in mente tutta la curiosita per il paese che ci accingevamo ad esplolare. Adesso e' quasi una settimana che scorrazziamo per le strade albanesi, passando dalle montagne al mare, per citta caotiche e paesini senza tempo. E, anche se cominciamo a capirci qualcosa, le domande rimangono tante e la voglia di scoprire sta solo aumentando.

Abbiamo sconfinato a Pogrodec, sempre sul lago Ohrid, e fin da subito la differenza tra i due paesi e stata evidente. Fin dalle dogane, dai polizziotti di frontiera, con quelli macedoni che ci consigliavano di non fare l-assicurazione per la moto in Albania, tanto basta pagare i polizziotti se fanno storie. Invece quelli Albanesi semplicemente non ce l'hanno controllata, l'assicurazione. E, su nostra pressante richiesta un funzionario ha ammesso di non avere moduli per farcela, che forse potranno aiutarci nella vicina citta'. Quindi cominciamo a guidare sulle strada dissestata ed a picco sul lago non assicurati.

La citta e' in realta un paesinao da 12000 abitanti, che pero, muevendosi in continuazione in macchina con le autoradio ad alto volume ed urlando per le strade, sembrano 10 volte tanti. Pensavamo che qui tutti parlassero l-italiano grazie alla tv, ma non e vero. Solo pochi sono in grado di intendere e solo parole molto semplici. Non sono in grado di dare indicazioni tipo sinistra/destra. E questa sara una costante: solo gli esuli che in Italia ci vivono parlano l'italiano, e questa e' comunque la sola lingua con cui si puo costruire un rudimentale dialogo.

Incontriamo subito Ezio (chissa come e il nome vero?), emigrato commesso in un negozio di pelletteria fiorentino, che qui si comporta da boss del paese, da uno che i soldi li ha e lo fa vedere, tornato per il funerale della nonna, che ci offre il caffe, dandoci da preziose informazioni. Per esempio ci avverte, confondendosi lui stesso, che qui alcuni usano ancora il vecchio corso della moneta, uguale a nuovo ma moltiplicato per 10: e subito, per comprare una mappa stradale ci accorgiamo della delirante situazione in cui persino gli albanesi si sbagliano. Dopo un po' faremo l'occhio su prezzi e non ci confonderemo piu. Ci sconsiglia vivamente di fare la strada delle montagne che avevamo in programma: dice che e; brutta, non sicura, con lavori in corso e che neanche i locali la fanno. Noi ci pensiamo su un po' e la imbocchiamo lo stesso, pronti, eventualmente, a tornare sui nostri passi.

E la nostra scelta risulta vincente. La strada e' dissestata, tutta gobbe, cunette e con tratti sterati, ma con pazienza la affrontiamo a bassa velocita. La media di viaggio dei prossimi due giorni sara inferiore a 30km/h, secondo il computer di bordo. Siamo ripagati da panorami sorprendenti, brulli e sconfinati, colline e montagne punteggiate da bunker (spiegheremo...) asini e mucche che ci fanno compagnia, paesini treaquilli.

Attraversiamo le montagne dormendo nell'unica locanda nell'arco di decine di chilometri ed approdiamoa Girocastra.

Poi ci dirigeremo verso il mare cristallino della csota a nord di Saranda, dove tra bagni, sole, lettura e pesci alla griglia trascorreremo due giornate piene.

Ed ora siamo arrivati a Berati, di una bellezza sorprendente, ancora piu caratteristica di Girocastra, tutta di pietra bianca edi legno. Sembra di essere in una ltra epoca.

Se non esco da qui entro 10 second la Leo mi morde dalla fame. Quindi alla prossima!

ENRICO

2 commenti:

ziazeta ha detto...

ma il fatt di scrivre strano dpende dal luogo, dalla tatsiera o dala fam ?

Unknown ha detto...

ciao belli ma allora siete tornati :) non vi abbiamo sentiti per tappa vicentina quindi immagino (anche se con te non si sa mai!!) che siate tornati diretti..mi spiace per le indicazioni alla fine le ho lasciate a casa e qundi non ho potuto inviarvele :| sorry :)